Chi è l'educatore?

28.10.2013 17:27

1. L'educatore: chi è e la sua formazione

 

La professionalità dell'educatore, che si è andata delineando dagli anni Ottanta in poi, nasce dalla figura dei volontari che intervengono nei contesti sociali d'aiuto. Proprio in quegli anni nascono i corsi universitari di: Scienze dell'Educazione nella facoltà di Scienze della Formazione e quello Educatore Professionale nella Facoltà di Medicina e Chirurgia, per far sì che l’esperienza sul campo sia integrata con quella teorica, garantendo l’acquisizione di nuovi strumenti e tecniche per affinare la relazione educativa1. Infatti, in tali corsi, lo studio teorico è affiancato da tirocini, nei quali si affrontano "casi", si osservano contesti o problemi reali, e laboratori tecnici, che affinano le competenze2.

La figura dell'educatore è molto complessa, poiché l'area di intervento è vasta, e di conseguenza, lo sono anche le situazioni alle quali va incontro, infatti, anche funzioni identiche, spesso possono essere svolte in modo diverso. Nonostante questo, i contesti d'intervento si accomunano, perché si tratta in tutti i casi di ambienti di disagio o di ambienti dove è necessario fare un'opera di prevenzione con persone dette "a rischio". Il suo intervento avviene tramite progetti, caratterizzati da intenzionalità e continuità, volti allo sviluppo o al recupero delle potenzialità e all'integrazione di soggetti con problematiche di diverso tipo3.

 

La chiarezza, la disponibilità, il giusto coinvolgimento e l'interesse per gli altri, la sensibilità, la fiducia, l'apertura, il rispetto e la pazienza sono alcune delle peculiarità di un educatore/trice realmente formato/a, che sappia far fronte, con precisa cognizione delle difficoltà e dei rischi a cui va incontro nel lavoro quotidiano4.

 

Come in tutte le professioni d'aiuto, anche nella professionalità dell'educatore le caratteristiche personali sono dominanti rispetto alle conoscenze e competenze tecniche.

Chi si appresta ad intraprendere questa strada deve avere una buona dose di motivazione, poiché il lavoro dell'educatore incontra difficoltà in molti aspetti: nelle relazioni con utenti, con i loro familiari, con i colleghi; nella precarietà del lavoro; nel basso riconoscimento sociale ed economico. Al tempo stesso sono tante le soddisfazioni che derivano dalla buona riuscita di un proprio intervento e quando si vedono vite cambiate in positivo5.

Le competenze6 che, durante la sua formazione, l'educatore deve acquisire sono le seguenti:

  • Competenze culturali e psico-pedagogiche: è importante che l'educatore tenga conto dei bisogni delle persone, comunicando nella maniera più adeguata, stando attento ai valori, ai modi di vivere, conoscendo la più recente evoluzione della psicologia dello sviluppo. Si necessita, inoltre, che gli educatori siano uomini e donne partecipi alla vita sociale e politicamente attenti7.

  • Competenze tecnico-professionali: connotano la professione in maniera specifica. Esse riguardano la conoscenza di saperi che caratterizzano l'ambito d'intervento, in tutte le sue sfaccettature.

  • Competenze metodologiche: sono abilità di azione. Fanno riferimento alle strategie che sono alla base dell'intervento educativo, per esempio: programmazione, verifica e valutazione, osservazione e documentazione.

  • Competenza relazionale: la relazione d'aiuto è alla base del lavoro educativo, insieme ai saperi e ai valori. Tutto l'intervento dell'educatore si fonda sulla relazione con l'utente, che non è unidirezionale, ma è essenzialmente uno scambio, non solo di informazioni, ma anche di affetti, esperienze, che producono un arricchimento reciproco.

  • Competenza riflessiva: la quale mette in grado il professionista di vivere consapevolmente il proprio impegno professionale e arricchirlo continuamente8.

    Le competenze devono essere intese nella loro dinamicità, ed inoltre è importante che siano tutte presenti in misura integrata e equilibrata.

1Cfr. Mannucci A., Collacchioni L., Insegnante di sostegno ed educatore. Incontro fra professionalità diverse, ARACNE, Roma, 2008.

2Cambi F., Una professione tra competenze e riflessività, in: Cambi F., Catarsi E., Colicchi E., Fratini C., Muzi M., Le professionalità educative. Tipologia, interpretazione e modello, Carocci editore, Roma, 2003, cit., p. 63.

3Cfr. Mannucci A., Collacchioni L., Insegnate di sostegno ed educatore, cit.

4Ivi, p. 224

5Ivi.

6Cfr. Catarsi E., Fortunati A., Educare al nido. Metodi di lavoro nei servizi per l'infanzia, Carocci, Roma, 2006.

7Cambi F., Catarsi E., Colicchi E., Fratini C., Muzi M., Le professionalità educative. Tipologia, interpretazione e modello, Carocci editore, Roma, 2003.

8Ivi.

 

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